Venerdì 25 agosto alle 18, la Corte di Palazzo Montani Antaldi accoglie l’ottavo appuntamento di Classici per un anno, a cura di Università dell’Età libera, in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Fondazione Rossini e Museo Nazionale Rossini, che sarà dedicato alla “Vita di Rossini” di Stendhal, raccontata da Enrico Capodaglio. Leggono Giorgio Donini, Milena Radi, Maria Rita Petroni, Patrizia Romagnoli.
Prima dell’incontro, in programma visita guidata al Museo Nazionale Rossini in due turni, alle 17 e alle 17.30, e al termine dell’incontro è prevista la visita guidata alla Biblioteca della Fondazione Rossini.
“Gioacchino Rossini nacque il 29 febbraio 1792 a Pesaro, bella cittadina dello stato pontificio, sul golfo di Venezia. È un porto assai frequentato. Pesaro spicca in mezzo a colline coperte di boschi, e i boschi si estendono proprio fino alla riva del mare”. Qui, nel golfo di Venezia: “tutto è dolce voluttà e bellezza commovente”: è “la culla della civiltà del mondo”. Qui gli uomini si accorsero “che valeva meglio amare anziché uccidere”. Se lo Stato Pontificio è tutt’altro che da invidiare per il governo politico, è qui che sono nati Raffaello, Pergolesi e Rossini.
Sto leggendo la prima pagina della “Vita di Rossini” che Stendhal pubblicò nel 1823, divertendosi a combinare il suo amore per l’Italia con quello per la musica, specialmente se è del compositore pesarese. Egli scrive il romanzo appassionante e documentato della sua vita e delle sue opere, nel quadro più vivace del contesto, indagando i costumi degli italiani. Un tempo storico può infatti anche essere spento, se non letargico, come quello della Restaurazione, ma quando Stendhal lo racconta, tutto diventa piacevole e avventuroso. Così fece del resto Rossini stesso, che trasportò il fuoco dell’opera buffa nell’opera seria, come nel Tancredi. Un fuoco che, secondo lo scrittore francese, gli derivò anche dalle prime impressioni avute a cinque anni, nel 1797, quando passarono a Pesaro le “mezze brigate” napoleoniche.
Rossini non sa la malinconia, come invece Mozart, grazie al suo temperamento e a quell’intelligenza musicale della vita che egli esercita in teatro e fuori. Tanto più egli vale, perché irrompe in un’Italia “dove le gazzette sono arcicensurate”, senza indulgere alle morali correnti e senza farsene incupire, quando la musica era il solo diletto sotto le dittature. Dopo il Tancredi egli diventa “sempre più complicato”, scrive Stendhal, cercando la forza, proprio come fece Raffaello guardando a Michelangelo, senza perdere la fascinazione. Enrico Capodaglio
Venerdì 25 agosto 2023
Incontro nella Corte di Palazzo Montani Antaldi h 18
Ingresso libero fino ad esaurimento di posti
Visita guidata al Museo Nazionale Rossini h 17 e 17.30
Massimo 35 persone
Biglietto € 5
Prenotazione obbligatoria
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